Iscriviti al Local Coordinator Program entro il 16 giugno! #GenerationFree

Diventa Local Coordinator e aiutaci a diffondere le idee di libertà nella tua comunità.

Il Local Coordinator Program di Students For Liberty è il principale programma per diffondere attivamente le idee del libero mercato e delle libertà individuali nei Campus Universitari.

I coordinatori locali di SFL (LCs), sia studenti liceali, universitari, dottorandi, sono il volto della libertà nelle loro comunità. Sono il muscolo del movimento e danno forza agli studenti nelle loro comunità per difendere le idee di libertà.

Perché entrare nel Local Coordinator Program?

Leader forti tra gli studenti devono diffondere le idee per una società libera

Questo programma, di base, cerca studenti-leader forti, per diffondere le idee di una società libera, per avviare nuovi gruppi di studenti a favore della libertà nelle proprie Università o Licei, perorganizzare eventi per promuovere le idee di libertà, per fornire risorse ai gruppi di studenti ed infine identifica alcuni studenti che possano guidare gli altri nel proprio paese. Il programma LC è aperto a tutti gli studenti liceali, universitari e dottorandi. Il programma LC ha continuato a ispirare programmi simili in tutto il mondo, in luoghi come Nord America, America Latina, Africa e Asia meridionale. 

Gli studenti del programma LC hanno l’opportunità unica di far progredire la libertà e sviluppare le loro capacità con altre persone da tutto il mondo affini alle proprie idee, nel mentre lavoriamo tutti assieme per raggiungere un futuro più libero per tutti.

I candidati ideali dovranno avere le seguenti qualità…

Il Local Coordinator Program è altamente competitivo e progettato per i migliori studenti-leader in tutta Europa. Tutti i membri del programma devono essere studenti liceali o universitari (laureati o laureandi) o dottorandi provenienti da uno qualsiasi dei paesi europei. I candidati interessati a diventare Local Coordinator dovrebbero poter dedicare qualche ora alla settimana e per completare il programma e, una volta selezionati, per organizzare le attività di SFL nel proprio Liceo o nella propria Università durante il corso dell’anno. I candidati prescelti diventeranno comunicatori professionali, affabili ed eccellenti.

Requisiti…

  • Almeno 1 anno di esperienza di leadership in un qualsiasi gruppo di studenti a favore della libertà o associazione studentesca (requisito apprezzato, ma non impeditivo per l’ammissione al Local Coordinator Program);
  • Capacità di gestire contemporaneamente molteplici attività;
  • Voglia di sviluppare al massimo le proprie competenze;
  • Forte auto motivazione;
  • Passione per le idee di libertà e per l’organizzazione di eventi, al fine di rendere il mondo un posto più libero

Cosa significa diventare Local Coordinator?

Essere Local Coordinator di Students For Liberty significa far parte di un Network che in Europa conta centinaia di persone e migliaia in tutto il Mondo, il cui scopo è promuovere i valori liberali, liberisti e libertari in ogni università, in ogni liceo ed in ogni città in cui si è presenti. 

Come Local Coordinator, Students For Liberty ti fornisce risorse per organizzare eventi, campagne e attività. Dà anche la possibilità di partecipare a molti training e conferenze organizzate in in tutta Europa e nel Mondo.

INVIACI LA TUA CANDIDATURA (Clicca qui) !

Primo Passo…

Completa l’applicazione online 

Secondo Passo…

SFL ti contatterà via mail, se sarai selezionato, per un intervista online

COVID-19: Students For Liberty Italia supporta la Croce Rossa Italiana – Students For Liberty Italia supports the Italian Red Cross

COVID-19: AIUTIAMOLI AD AIUTARCI!

English below

In questi giorni, segnati dalla grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo, noi ragazzi di Students For Liberty Italia abbiamo riflettuto su cosa si possa fare in concreto per dare anche noi il nostro pur piccolo contributo a chi lotta in prima linea.

Per questa ragione abbiamo deciso di avviare una raccolta fondi a favore della Croce Rossa Italiana, impegnata sin dal primo momento a contrastare l’emergenza su tutto il territorio Nazionale, da Nord a Sud.

La CRI è prima di tutto un’Associazione di persone che aiutano altre persone. Lo fanno volontariamente e con grande abnegazione, ma i volontari possono aiutare solo se sono adeguatamente protetti nel rispetto dei protocolli d’emergenza.

Per questo ti chiediamo un aiuto per acquistare mascherine, camici monouso, guanti e altro materiale sanitario indispensabile per gli operatori che in questi giorni stanno assistendo i nostri nonni e quanti in questo momento hanno bisogno.

Per questo ogni contributo, di qualunque entità, per supportare questa raccolta è fondamentale.

Invitiamo tutti voi ad unirvi a noi Amici di SFL Italia nel fare una donazione, piccola o grande che sia, per sostenere i volontari della Croce Rossa Italiana e a condividere questa iniziativa. Ciascuno di noi può fare qualcosa!

Aiutiamoli ad aiutare! Grazie

GRAZIE ALLA VOSTRA GENEROSITÀ ABBIAMO RACCOLTO 810 € PER LA CROCE ROSSA! GRAZIE!

COVID-19: HELP THEM HELP US!

English version

Since Italy was hit by the Covid-19 crisis and quarantined, we have been thinking about the best way to help those who are engaged on the frontline in the fight against the spread of the virus.

This is why we decided to launch a fundraising campaign on behalf of the Italian Red Cross, an organization that has promptly committed to counter the emergency throughout the country. 

As you already know, the Red Cross was born to help people, and is made by people. These brave and selfless volunteers also need protection from sickness while assisting others in need, which requires adequate means that are in ever shorter supply. 

You can help by giving. We invite you to support the Red Cross in their mission. Your donation will provide volunteers with masks, single-use gowns, and other medical supplies.

Any donation, no matter how small, is essential to assist them in protecting everyone’s health.

Please join Students for Liberty Italia in supporting the volunteers of the Italian Red Cross in their efforts. Help us spread the message by sharing this post.

You can donate by clicking the button. Each and every one of us can make a difference! Help them help us! Thank you

€ 810 RAISED! THANK YOU!

L’Anticapitalismo sul terreno dei Campus americani: una guerra in cui si gioca sporco

di Rainer Zitelmann su Forbes.com

Non è una novità che politici dichiaratamente anticapitalisti come Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez abbiano un gran seguito tra gli elettori più giovani. “Bernie Sanders ha guadagnato più voti nella fascia degli elettori under 30 che la Clinton e Trump messi insieme”, fa notare Wolf von Laer, l’Amministratore Delegato dell’organizzazione libertaria Students For Liberty.

Diversi sondaggi hanno mostrato come molti giovani americani, chiamati ad esprimersi su quale sistema reputassero essere il migliore tra quello capitalista e quello socialista, abbiano preferito quest’ultimo, indipendentemente dalla definizione che ne danno. E se ci fosse un legame tra il loro rifiuto del capitalismo e l’ambiente in cui studiano?

La proporzione tra professori liberal e conservatori è di 12 a 1.

Come scrive un ex-membro di Students For Liberty, Robby Soave, nel suo ultimo libro (Panic Attack. Young Radicals in the Age of Trump): “La maggior parte delle persone sa che i professori sono generalmente più ‘sinistrorsi’ dell’americano medio, ma ciò di cui probabilmente non si rendono conto è che moltissimi tra loro insegnano le proprie discipline applicandovi i metodi della ‘teoria critica’, quando non addirittura da una prospettiva manifestamente marxista”. Per quanto non vi siano dati recenti ed affidabili che ci permettano di misurare fino a che punto il socialismo si sia radicato nel sistema educativo americano, Soave cita uno studio del 2007 secondo il quale sebbene solo il 3% del totale dei docenti universitari si definisca marxista, in alcune discipline, come ad esempio la sociologia, si arriva ad un professore su quattro.

Il Dott. Wolf von Laer si rifà invece ad una ricerca della National Association of Scholars, una non profit che si occupa di temi relativi all’istruzione superiore, dalla quale emerge che il 40% dei migliori atenei umanistici non ha nemmeno un docente repubblicano, aggiungendo che: “se guardiamo invece ad uno studio condotto da ricercatori del Brooklyn College e della George Mason University, pubblicato dall’Econ Journal Watch, il rapporto tra il numero dei professori e dei ricercatori liberal rispetto ai conservatori è di quasi 12 ad 1, che a seconda del tipo di insegnamento può arrivare addirittura a 33 ad 1, come nel caso delle facoltà di scienze storiche.”

Tutta colpa della situazione economica degli studenti

Secondo Robby Soave, l’influenza dell’ambiente universitario è un fattore importante ma non cruciale, dato che “molti attivisti si radicalizzano ancora prima di immatricolarsi”. Il fattore discriminante sembrerebbe piuttosto essere la situazione economica in cui gli studenti vengono a trovarsi nel momento in cui completano gli studi, cioè quella di dover ripagare all’Università un debito ingente a fronte di scarse possibilità di carriera, che riguarda soprattutto i laureati in materie umanistiche, in psicologia, arte, e discipline affini. Come spiega Soave, la condizione che questi laureati si trovano a dover fronteggiare non risulta essere peggiore di quella in cui verserebbero se avessero deciso di non continuare gli studi e avessero cercato un impiego subito dopo il diploma, perché non solo si sarebbero ritrovati in una situazione migliore dal punto di vista economico, ma non avrebbero nemmeno avuto l’onere di sostenere gli alti livelli di debito comportati dai prestiti universitari.

Come prosegue Wolf von Laer, “La generazione Z e i millennials votano i politici che promettono università e sanità gratuite”, e siccome si tratta di posizioni spesso associate al “socialismo” da coloro che si collocano politicamente più a destra, molti giovani decidono di esprimere il loro dissenso ostentando la loro adesione al “socialismo”, come a voler lanciare una provocazione. Ovviamente quelli che tra loro aspirano veramente a stabilire un sistema socialista come quello che abbiamo visto in Unione Sovietica o nei paesi del blocco orientale non sono che una minoranza, mentre la maggior parte guarda invece al “modello scandinavo”, sull’esempio svedese o danese, identificando la società dei loro sogni con quella di paesi di cui in realtà sanno molto poco. “Al tempo stesso, infatti, Svezia e Danimarca figurano insieme agli stessi Stati Uniti tra i 20 paesi più capitalisti al mondo secondo l’Index of Economic Freedom, ma molti ragazzi questo non lo sanno”.

Wolf Von Laer e Students For Liberty tentano appunto di contrastare il radicamento dell’anticapitalismo nelle università americane. “Facciamo del nostro meglio proprio per cambiare questa situazione. Durante lo scorso anno accademico abbiamo avuto oltre 34.000 partecipanti ai nostri eventi, e questo solo negli Stati Uniti. Il nostro scopo è quello di formare i futuri difensori della libertà, cosicché gli argomenti a sostegno di una società più libera e tollerante abbiano delle figure pronte a rappresentarli nei media, nel mondo degli affari, in politica, e nel mondo delle arti e della cultura.”

Capitalismo? Sì, grazie. Il punto di vista dei giovani nei paesi in via di sviluppo

È interessante notare come i giovani asiatici, africani e latinoamericani abbiano una disposizione molto più positiva nei confronti del capitalismo rispetto ai loro coetanei statunitensi. Forse questo può essere dovuto almeno in parte al fatto che negli ultimi trent’anni la globalizzazione capitalista ha dato a più di un miliardo di persone gli strumenti per riemergere dallo stato di povertà assoluta in cui vivevano, soprattutto in Asia. “Mentre i giovani americani si concentrano soprattutto sui loro problemi economici e si scagliano contro l’aumento delle disuguaglianze in patria, molti ragazzi in Asia, Africa e America Latina si accorgono anche delle opportunità che il capitalismo gli offre”. Come fa notare Wolf von Laer: “tra i nostri membri, ad esempio, la passione con cui i più giovani difendono il capitalismo è spesso più forte nelle regioni in via di sviluppo. Abbiamo avuto un enorme afflusso di aderenti in Africa, Sudamerica, e soprattutto in Brasile, dove i nostri studenti hanno persino organizzato e capitanato cortei di protesta che hanno portato oltre 200.000 persone a sfilare per le strade del paese. Questi ex-studenti oggi siedono nelle assemblee legislative statali, e qualcuno, come Marcel van Hattem, anche al Congresso Nazionale del Brasile, mentre un altro dei nostri laureati ha anche scritto una proposta di legge che limiterà l’influenza dello stato brasiliano, e che secondo le stime dello stesso governo porterà alla creazione di 3,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi 10 anni. È stata approvata nell’ottobre dell’anno scorso.”

Nelle Università americane, nel frattempo, gli studenti di sinistra e di destra spesso si scontrano – coi libertari pro-mercato che finiscono spesso sotto il fuoco incrociato. “L’egemonia della sinistra negli ambienti universitari ha provocato una reazione da parte del populismo di destra in molti paesi, cosa particolarmente manifesta proprio negli Stati Uniti. In questa guerra, insomma, si gioca sporco: l’insulto, la gara a chi strilla più forte, la derisione e le ‘invettive mematiche’ sono diventate una normalità che deteriora il confronto civile, con a seguire tutto il corollario di conseguenze negative che ciò comporta sulla libertà di parola – termine che diventa sempre più impopolare man mano che se ne diffonde l’abuso attraverso l’aggressività e il cattivo gusto”.

In questo scenario – e di conseguenza – lo scontro in atto nel campo di battaglia delle Università americane tra studenti “pro-mercato” e “socialisti” non può che diventare sempre più aspro.