La deriva egualitaria: i pericoli della tolleranza esaltata

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La deriva egualitaria: i pericoli della tolleranza esaltata

Di Klevis Gjoka

Essere gay non è facile, ma questa frase va contestualizzata. Essere gay non è facile in Italia, non è facile in Somalia e non è facile in Olanda. Ma sono tre tipi molto differenti di difficoltà. Sono tre tipi molto differenti di situazione. Essere gay a Torino, con un compagno stabile e uno splendido lavoro da chirurgo sembra facile, ma ahimè quanto accaduto in questi giorni ci fa riconsiderare ciò che affermiamo sulla società e ci fa iniziare a visionare certe situazioni non come articolazioni della “società”, ma come direbbe Margaret Thatcher, come “uomini, donne, e famiglie”.

Spesso quando in politica si parla di violenze e difficoltà delle persone LGBT+ si parla in due filoni: il primo è quello “negazionista“, secondo il quale il problema semplicemente non esiste. Ovviamente, chi fa parte di questo filone non la pensa davvero così, sarebbe troppo naif anche per chi crede di urlare contro Halloween con la benedizione degli antenati, ma gioca al gioco di una parte del suo elettorato che sa necessitare di rassicurazioni costanti riguardo il “diverso”. Il secondo invece è quello apparentemente a tutela di queste persone, desideroso di cambiare o abbattere il malvagio sistema attraverso il lungo braccio della legge. Questo filone è forse perfino più pericoloso ed ipocrita dell’altro, in quanto non solo mette le persone in scatole imprecise e si propone di educarle terrorizzandole con punizioni e annoiandole con moralismi e dialettica, ma si propone di farlo per il bene dei “tutelati”, che divengono non solo vera e propria esposizione circense ma anche categoria legalmente privilegiata, andando contro sia allo spirito egualitario che dovrebbe aver animato l’azione che contro le stesse basi costituzionali.

No, la “legge Zan” non avrebbe tutelato il chirurgo da suo padre, e no, la “legge Zan” non farà capire al suddetto padre che quanto ha fatto è degno di una bestia. Ciò che invece farà è ritardare il dibattito su leggi che davvero potrebbero aiutare per l’equiparazione giuridica e rappresentare un terribile precedente di violazione della suddetta.

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