Genova, dal Monopolio ai Voucher

Una buona notizia arriva da Genova. Il comune ha approvato un nuovo modello di gestione per il trasporto dei disabili: si passa dal monopolio ai Voucher. Attraverso questi buoni saranno le singole famiglie, e non più il Comune, a scegliere a quale fornitore affidarsi. Questo sistema permetterà a diverse compagnie di farsi concorrenza, consentendo così loro di innovarsi, rendersi più efficienti e più economiche, per soddisfare al meglio i propri consumatori e guadagnarsi sempre più una maggiore quota di mercato. Il tutto a vantaggio degli stessi disabili, che potranno affidarsi ai servizi delle migliori aziende o cooperative rimaste nel mercato, e non più a operatori il cui unico merito è aver superato un bando di concorso burocratico.

Il sistema dei Voucher non è affatto una nuova invenzione! Esso viene proposto per la prima volta dall’economista Milton Friedman, più di 45 anni fa. La sua idea è molto semplice: la cifra che un Ente spende per un determinato servizio può essere affidata direttamente a individui e famiglie, grazie ai buoni. Perciò la spesa pro-capite resta stabile o, addirittura, diminuisce e i servizi migliorano decisamente, rispetto a quelli monopolistici e/o pubblici.

Della stessa idea è Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, che ha sottolineato come: “Le intenzioni che ispirano molte politiche sociali sono ottime, ma i risultati spesso deludenti. Puntare sulla libertà di scelta delle famiglie significa riconoscere che di solito il pluralismo dell’offerta aiuta a migliorare la qualità dei servizi e, soprattutto, che le persone comprendono i loro bisogni meglio dei decisori politici”.

Siamo felici di vedere che, anche in un Paese come il nostro, troppo spesso legato a idee economiche deleterie, ci siano esempi virtuosi come questo e speriamo che si possano diffondere al più presto ad altri Comuni e per tanti altri servizi. Abbiamo bisogno di più persone che, come l’assessore del comune di Genova che ha avanzato questa proposta, abbiano il coraggio di combattere privilegi concessi per bandi e leggi, senza curarsi dei ricatti elettorali di chi questi privilegi non vuole perderli.

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Viva la Mamma! L’Epic Fail di AOC

Avrete sentito tutti parlare di AOC, ovvero Alexandria Ocasio-Cortez. E’ la nuova “speranza” (presunta) del Democratic Party americano e l’ennesima “sciagura” (certa) per l’economia statunitense: appoggia le idee socialiste del suo idolo Bernie Sanders, è a favore di un sistema sanitario universale e gratuito (vada a dirlo ai taxpayers che è gratuito), di un sistema universitario gratuito (rimandiamo sempre al confronto con i contribuenti), dell’aumento del salario minimo (da quando NY ha fissato per legge il salario minimo a 15$/ora, il settore ristorativo della città è entrato in recessione!), ha proposto un’imposta del 70% sui redditi milionari, ma soprattutto ha elaborato il “Green New Deal”. Quest’ultimo è un’accozzaglia di regole e aumenti di tasse e spesa pubblica per rendere l’economia americana più green. Inutile dire che, se implementate, queste proposte avranno un effetto che in realtà sarà molto più simile al “brown”.

Perché parliamo di AOC? Perché, con nostra profonda soddisfazione, ha scoperto l’effetto deleterio delle sue politiche economiche, grazie alle scelte di… sua madre. Quest’ultima ha, infatti, dichiarato alla stampa che, per via delle altissime tasse sulla proprietà vigenti nello stato di New York, ha deciso di trasferirsi in Florida, lo stato americano più liberista (secondo un rapporto del The Cato Institute), dove pagherà 600 $ l’anno invece di 10.000 $. 

Ovviamente mamma Cortez non è la sola a intraprendere scelte come questa: soprattutto negli ultimi mesi, si sta assistendo a un esodo di dimensioni importanti che da stati “terribili” come New York e California si sta muovendo verso stati dove si respira aria di libertà, non solo fiscale, come Texas, New Hampshire, Indiana, Nevada e Colorado, oltre alla già citata Florida. 

Insomma, il “Paese Reale” ha parlato, come diceva Milton Friedman “votando con i piedi”: ed il risultato di queste “elezioni” ci sembra più che mai palese.

➡️ Link ad uno dei tanti articoli americani che hanno diffuso la notizia.

➡️Articolo sulla recessione dei ristoranti a New York.

➡️ Classifica sulla libertà negli stati americani.