Basta con la “Guerra alla Droga”
Il Governo ha annunciato un nuovo giro di vite nella “guerra alla droga” ma, ancora una volta, si fa confusione tra spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, presentando un disegno di legge volto a modificare la normativa vigente in tema di “modica quantità”.
L’attuale legislazione riguardo alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti nel nostro Paese è già abbastanza aggressiva e punitiva, soprattutto per quanto concerne le droghe c.d. ‘leggere’. Se siete in possesso di più di 5 g di Hashish o Marijuana lo stato vi considera a tutti gli effetti spacciatori, ma potrebbe bastare una quantità minore per essere accusati di traffico di stupefacenti, qualora, ad esempio, essa fosse in piccole dosi, o foste in possesso di bilancini di precisione. Le pene previste per questo reato comportano da 2 a 6 anni di reclusione e una multa.
Grazie a questa normativa, la popolazione carceraria italiana è composta per circa il 35% da detenuti per reati connessi e/o collegati alla droga. La Grande maggioranza è composta, però, da piccoli consumatori abituali e non dai Signori del narcotraffico che siamo abituati a vedere nelle serie TV dedicate.
Il co. 5 dell’art. 73 del ‘Testo Unico sugli Stupefacenti’, prevede pene minori per i casi di “lieve entità”, caratterizzati dal possesso di una modica quantità di sostanza, infliggendo la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa. Il DDL propone, invece, l’abolizione della categorizzazione della “lieve entità” e l’aumento delle pene per questi casi – ricalcando una scelta che contraddistingueva la legge ‘Fini-Giovanardi’.
Nel 2006 il concetto di “modica quantità” era infatti stato abolito dalla legge ‘Fini-Giovanardi’ e reintrodotto nel 2013 dopo la ‘Sentenza Torreggiani’, con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato l’Italia per il sovraffollamento delle carceri, causato, principalmente, da una legislazione estremamente stringente sul tema.
Il concetto di “modica quantità” è legato al consumo personale e non ha nulla a che vedere con i “venditori della morte”, bensì punirà i consumatori, producendo una ennesima ondata di arresti che non porterà ad alcun risultato che non sia il sovraffollamento delle carceri, distogliendo l’attenzione dal vero problema: la lotta ai padrini del narcotraffico che, con la droga, ha fatto le proprie fortune nonostante leggi severe in materia di stupefacenti.
Ancora una volta l’Italia ha imboccato la strada sbagliata, scegliendo di perseverare nella “guerra alla droga” che non ha condotto ad alcun beneficio, invece di provare a seguire la via della depenalizzazione e della liberalizzazione delle sostanze stupefacenti, accompagnata da campagne di informazione, prevenzione e da programmi di assistenza nei confronti di chi soffre di dipendenza.